GROTTA: GROTTA DI COLLALTO N° 446 V. T.
LUOGO: VAL D’AMBIEZ
PARTECIPANTI: NICOLA MARCON , MICHELE RAVANELLI, ALEKSANDAR PAVLOVIC, MICHELE BARONTINI
DATA: 19-02-2023
“conto di essere da te per le 7:30” Ore 7:13 “sono sotto , andiamo”. Mi sento di dirlo , in primis penso di morir ancor di piu, se non mi rendo attivo nella giornata, ma va sempre a finire che la mattina calcolo il secondo, per alzarmi. Questa volta Mitch me l’ ha fatta, tirandomi giù dal letto con netto anticipo. Per fortuna, fuori il tempo è grigio, quindi non ho dovuto ricorrere nemmeno all’occhiali da sole, per non accecare gli occhi, che da speleologo, gradiscono il buio.
Si parte, questo anticipo ci permette di fare colazione in un bar a Sarche, mentre aspettiamo Tito che sta arrivando. Detta questa breve anteprima della giornata, siamo pronti a decidere cosa fare, un po’ fra tutti ci ricordiamo di avere impegni nella prima serata, quindi decidiamo di alleggerire un po’ la girata della giornata, entrando senza troppo peso e sacchi vuoti. Essendo novello del posto, rimango stupito dalla Val D’ Ambiez, ci cambiamo, mitch prepara i panini speck e gorgonzola, e ci avviamo verso l’ingresso, per essere Febbraio, per quanto strano, ma ormai quasi da rassegnarsi, fuori è molto caldo, rispetto ad un normale inverno. Tito mi mostra le condotte durante l’avvicinamento e finalmente eccoci all’ingresso. In questo momento l’aria non è ben stabile, oscilla tra dentro e fuori, probabilmente dato dalla vicinanza di temperatura tra l’ interno e l’ esterno, o come funzione di ingresso intermedio. Vado per primo, giusto per potermi godere l’ignoto di questa bellissima grotta, e guidato dalle voci dietro trovo la strada a morsi e bocconi, tra una buca delle lettere e svariati frazionamenti ammiro come questa grotta cambi faccia velocemente , si nota la presenza di conglomerati e strati vulcanoclastici. Aria, non troppa se non di più sotto “buca delle lettere”. Alla sala del vortice ci aspettiamo, adesso comincia tutta una serie di gallerie e passaggi in frana che in breve tempo ci portano al primo salone. Inutile ribadire che ogni ambiente nuovo che vedo mi lascia davvero senza parole. Al primo salone, decidiamo di raggiungere il campo per recuperare un po’ di materiale rimasto li, la vista di un sacco dell’anteguerra, fa nominare qualche santo. Recuperato il materiale ci resta da disarmare una risalita fatta
nel secondo salone in precedenza, ma prima ci facciamo un giro verso l’ultimo ambiente.
Questi ambienti di crollo sono davvero enormi, con un basamento di frana e sabbia che su detta di tutti, ogni anno l’acqua copre e cancella ogni segno lasciato in precedenza. Notevole la quantità di acqua che vi raggiunge questi posti, ancora non chiaro se dato dall’alzamento dell’attuale attivo che scorre sotto i nostri piedi e le sue origini,( l’ ipotesi dell’ innalzamento del attuale attivo, è data dalla presenza di forme nella sabbia su cui camminiamo a forma di svuotamento a imbuto, e non di scorrimento.) . Resterà sicuramente interessante approfondire la questione.
Decidiamo che è sia giunta l’ora giusta per fare dietro-front e uscire con calma per essere in perfetto orario,ad ognuno il suo sacco, specialmente a Mitch che tocca il sacco dell’anteguerra, che romanticamente se lo trascina fino all’uscita tra una strettoia e un “Boia” contaminato. Rimane una corda da 60m al primo salone, eravamo troppo pieni per portarla fuori.
Raggiungiamo l’uscita, decidiamo di fare una foto ricordo, e ancora con la luce del giorno, raggiungiamo la macchina. Decidiamo di salutarci prendendo una birra a Sarche, e rientriamo tutti ai propri impegni, chi ad una riunione, qualcun’altro ad una cena e chi a lavoro. Sarà interessante togliere alcuni sassolini dalla scarpa cercando di studiare un po’ di più questa grotta sotto
alcuni aspetti geologici, morfologici ed idrologici.
Michele Barontini.