Dopo settimane di organizzazione, pianificazione, contatti, presentazioni, montaggi, chiamate eccoci finalmente al via, Sabato primo Aprile il GSL parte alla volta del “3° convegno di Speleologia Glaciale” in quel di Bergamo. L’evento nasce a come momento di confronto del Progetto di Speleologia Glaciale, in modo da poter creare nuove sinergie e proporre attività strutturatein questi ambienti così delicati.

La giornata del primo Aprile parte con un pesce da manuale: “Lorenzo: ragazzi ho 38° di febbre non riesco ad esserci!”, sfortunatamente non c’era nessun pesce e quindi il buon Lorenzo B. con cui dovevo dividermi la presentazione è rimasto a letto sotto le coperte.

Il resto di noi parte quindi alla volta di Bergamo: Maria T., Giovanni M., Michele B: ed il sottoscritto (Andrea L.). Dribliamo abilmente il traffico in uscita ad Affi per via della marea di auto dirette ai vari parchi e sul lago di Garda ed arriviamo a destinazione giusti per pranzo.
Siamo subito calorosamente accolti dal Gruppo Speleologico le Nottole, con cui abbiamo un rapporto di amicizia che ci lega da diverso tempo.

Andiamo sul concreto, arriviamo al convegno con un elegante speleologico ritardo ma almeno il brontolio delle nostre pance non avrebbe disturbato gli altri partecipanti; dopotutto “sacco vuoto non sta in piedi!“.
Si susseguono interventi che farebbero pensare ad altri pesci d’aprile ma purtroppo è la realtà: cavità subglaciali di contatto che a causa del sempre più intenso scorrere dell’acqua cariano il ghiacciaio, fronti di ghiacciai che in un anno retrocedono di centinaia di metri, acque “naturalmente” inquinate da metalli pesanti, ecc.. Purtroppo per noi è la cruda realtà dei fatti e tutto questo non accenna a fermarsi.

Come GSL abbiamo voluto portare la nostra esperienza con le molteplici spedizoni in Adamello, mostrando il corto realizzato con il MUSE: “il vuoto nel ghiaccio” (https://trentofestival.it/archivio/2022/il-vuoto-nel-ghiaccio/). Per mettere altra carne al fuoco Maria ha esposto come stiamo procedendo cone le altre ricerche nei vari ghiacciai a noi limitrofi. Chiudiamo con il botto proiettando il trailer in anteprima di “Speleologia dell’effimero“, un progetto work in progress che contiamo di finire prossimamente..

Sebbene fossimo “nuovi” dell’ambiente il nostro approccio è stato apprezzato, sopratutto quello di esplorare le cavità in inverno senza la costante presenza d’acqua (allo stato liquido) che rende le cavità molto più difficili e pericolose.

Infatti alla tavola rotonda molti partecipanti ci hanno chiesto info commentando positivamente gli argomenti trattati. Proponendo delle nuove attività e collaborazioni.

Nel mio piccolo ho trovato interessante (ma al tempo stesso molto preoccupante) l’intervento di Andrea Benassi, in cui veniva riportato l’esito di alcune ricerche preliminari su campioni d’acqua prelevati dal ghiacciaio di Vallelunga.
Osservando una sorgente d’acqua che esce dal ghiacciaio il primo pensiero che mi viene in mente è: “la purezza dell’acqua cristallina“… SBAGLIATO! Infatti a causa delle rocce a forte mineralizzazione che compongono le montagne di quel gihiacciaio l’azione dell’acqua, sempre più abbondante, genera metalli pesanti (Piombo, Alluminio, Ferro) e acidi. Semplificando parecchio l’acqua ossida le rocce che rilasciano questi componenti periocolosi nell’ambiente, il tutto viene centuplicato da batteri estremofili che vivono proprio in zone estreme (come ambienti ad alta acidità) e alimentano naturalmente questo fenomeno.
Ma cosa cambia in pratica? Ovviamente questo fenomeno incide sullo scioglimento dei ghiacciai. Provate poi a bere un bicchiere d’acqua di quel ghiacciaio e vi sembrerà di bere aranciata, le ricerche esposte infatti parlano di livelli d’acidità e presenza di sali disciolti così alti che sembra di trovarsi davanti ad acqua di miniera.

La serata è proseguita con un’ottima cena a base di tipicità locali e vino in quantità. Dopodichè rientriamo nella sede delle Nottole, situata in un antico castelletto (Castello della Marigolda), e dopo aver fatto un pò di baldoria provando il “fessurometro” (strumento autocostruito con cui cimentarsi nel superare le strettoie) ci corichiamo nei nostri sacchi a pelo. La mattina dopo ci avrebbe atteso una colazione degna di un banchetto!
Il resto della giornata si è susseguita passando dentro e fuori dai tombini nella città alta, una meta non propriamente turistica. Infatti la città (alta) di Bergamo presenta numerose strutture ipogee costruite tra il 1500 e il 1700 per i più svariati motivi: principalmente acquedotti e fortificazioni. Quindi casco in testa e via tra i turisti che con gli occhi sgranati ti guardano uscire da un tombino. Curioso pensare al fatto che subito sotto la piazza dell’arrivo della funicolare ci sia un enorme vascone adibito allo stoccaggio d’acqua (ora è dismesso in favore di più moderne soluzioni).
Non solo sottoterra, abbiamo potuto apprezzare le altre bellezze, più “mainstream“, di questa città come i vicoletti tipici, il castello, torri, ecc..
La giornata si conclude con una pizza gourmet gustata nella pace del giardino botanico, un grande abbraccio ai nostri amici che si sono prodigati a rendere questo nostro weekend davvero fantastico e ci rimettiamo in marca alla volta di casa.

Considerazioni che ho portato a casa: conosciamo poco di questi ambienti in via d’estinzione! questi enormi serbatoi d’acqua dolce stanno scomparendo ad un ritmo allarmante, i modelli del discioglimento dei ghiacciai in riferimento al cambiamento climatico non tengono in considerazione di quanto sensibilmente influiscano le cavità glaciali in questo fenomeno.
Come sempre cattive notizie, come allo stesso modo la lentezza in cui le pubbliche amministrazioni si accorgono del problema e ancor più lentamente agiscano per contrastarlo. Perchè quando non ci sarà più acqua potabile sarà già tardi.

Andrea Lona