“2020 Anno bisesto anno funesto..” Ma noi non siamo scaramantici.
L’anno si apre con alcune novità per il GSL. Venerdì 17 gennaio viene eletto il 13esimo presidente, il sottoscritto che vi sta parlando in questo momento. Ma noi non siamo scaramantici.
Si inizia alla grande, pensando subito a programmare l’attività importante e focalizzandosi sull’organizzare una spedizione per il 2021 in nuova Zelanda, grazie ai contatti con un nostro socio in loco (Nicola, autore talaltro di un interessante articolo riguardante proprio la NZ pubblicato su Montagne 360). L’idea era quella di collaborare con un’importante federazione speleologica locale e andare ad esplorare alcune zone in questo paese letteralmente agli antipodi. Una metà del viaggio dedicata alla speleologia, con campi in zone remote e l’altra metà per conoscere i luoghi e la cultura del paese ospitante.
Beh il resto della storia lo conoscete già, prima una nuova malattia in un paese “apparentemente” lontano, poi “ricordiamoci di lavare spesso le mani“, “andrà tutto bene“, mascherine fino ad arrivare alla piena pandemia e lockdown.. E qui con il peggiorarsi della situazione i nostri sogni di intrepide esplorazioni sono andati via via infrangendosi. Quel che resta di questo bellissimo proposito ora è solo un memorandum sulla lavagna in sede: “Nuova Zelanda 2021, raccogliamo le prenotazioni“.
La vita del GSL ai tempi del COVID-19, come probabilmente quella di ognuno di noi qui, è stata stravolta: non potevamo più ritrovarci in sede e parlarci attraverso uno schermo non è sempre così facile o semplice, per non parlare dell’attività complice il lockdown si è quasi praticamente azzerata.
Charles Darwin lo diceva: “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.“, non potevamo fare attività chiusi in casa? Ebbene c’era chi si organizzava con corde, carrucole e moschettoni per riuscire ad allenarsi in casa o sull’albero in giardino; un vero e proprio corda-roulant. Oppure intrepidi esploratori delle cantine hanno riportato alla luce diari di campagna di un GSL appena nato, che raccontavano di esplorazioni e altre vicende.
Si proseguiva con il motto: “le grotte sono la fuori, non scappano, presto torneremo“.. E così è stato fatto. In questa nuova dimensione, a gruppetti più ristretti e con tutte le dovute precauzioni, l’attività (quella vera) è ripresa: La grotta Battisti a quasi quarant’anni dalla scoperta della famosa traversata e dopo anni, lustri oserei dire, dalle ultime scoperte ha regalato nuove prosecuzioni, siamo riusciti ad abbassare il fondo di circa un centinaio di metri spingendoci dentro ad una frana che sbucava in un sistema di faglie e pozzi con addirittura cristalli di calcite che ricoprivano intere pareti. In quei momenti ti senti come Neil Armstrong, in quel momento in cui, per la prima volta, la luce dei nostri caschi illumina le pareti. Come dice il nostro Carlo: “pensate che quelle pareti erano lì da secoli, separate solo di qualche metro, eppure non sono mai riuscite a guardarsi reciprocamente prima del nostro arrivo.”.
Continuiamo con le diverse spedizioni sul ghiacciaio dell’Adamello percorrendo i vuoti dentro il ghiaccio, spalando valangate di neve per aprire i passaggi e rimanendo incantati scendendo questi pozzi dove le varie sfumature del blu si intrecciavano a quelle del bianco o del nero, quasi fosse fatto da un mastro vetraio di Murano. L’ennesima occasione che trova la natura di sorprenderci.
Forse è proprio toccando con mano certi luoghi che si percepisce anche la loro fragilità, interi ecosistemi (per non dire riserve idriche) destinate a scomparire per colpa della nostra avidità, dico nostra perché è un problema che tocca tutti così come tutti siamo la causa (e la soluzione) del problema.. Allora sì che diremo “ah quando c’era il Covid si che si stava bene!“.
Menziono anche delle spedizioni al Lasteri, per trovare nuove grotte, sono stati analizzati diversi possibili ingressi che prossimamente, con lo sciogliersi della neve, andremo a scendere tentando di collegarci all’abisso Freezer. O il supporto al signor Tommaso Bortolotti in persona e a tutta l’organizzazione degli eventi settembrini per illuminare il castello dei Ciucioi, perla della nostra cittadina.
La speleologia non è solo discensori scottanti dopo l’ennesima calata o salite interminabili fatte con i bloccanti, fango sudore e sangue che si mescolano scendendo verso il centro della terra, la speleologia è anche divulgazione. Da dove viene l’acqua di questa sorgente? Dove va a finire l’acqua che scende sottoforma di pioggia sulle montagne?
Senza la conoscenza non c’è futuro, quindi anche in questo anno funesto ci siamo impegnati per spargere pezzetti di conoscenza, sperando che attecchiscano nel fertile terreno delle giovani menti formando speleologi di domani, quelli che magari ci porteranno a vivere su Marte in un prossimo futuro. Quindi abbiamo lasciato spazio agli accompagnamenti, collaborando con altre associazioni locali per portare ragazze e ragazzi a conoscere il mondo sotterraneo in grotta. E se non diventeranno gli speleologi di domani la speranza è quella che quando saranno in montagna guardando dentro l’oscurità di un buco tengano a mente il concetto che è tutto collegato, l’involucro della merendina gettato ignorantemente nell’ambiente troverà il modo di ritornare a noi direttamente dal nostro lavandino o tramite il cibo sulla nostra tavola.